\paperw9000 \margr0\margl0 \plain \fs20 \f1 \fs24 In URSS la dittatura di Stalin toccava lÆapice dopo la guerra, culminando in quello che fu definito un culto della personalitα.
Alla sua morte, nel 1953, sembr≥ aprirsi una fase di disgelo sia nelle relazioni fra Est e Ovest che allÆinterno. Nel 1956 essa assunse lÆaspetto di una destalinizzazione ad opera di ChruÜcδv. Non si tocc≥, per≥, in nulla la sostanza totalitaria del regi
me, che, caduto ChruÜcδv, sembr≥ messa in ulteriore e nuova evidenza sotto Breznev, segretario del PCUS dal 1964 e poi presidente e maresciallo dellÆURSS. Nei paesi satelliti la morte di Stalin, il disgelo e la destalinizzazione provocarono una serie di
agitazioni e rivolte (a Berlino nel 1953, in Polonia e Ungheria nel 1956, in Cecoslovacchia nel 1968, in Polonia nel 1970 e 1976), tutte represse con la forza o con lÆintervento armato sovietico.\par
Nella politica internazionale fasi di distensione si
alternarono con fasi di aspro contrasto e di vera e propria crisi (in particolare, per lÆimpianto di missili sovietici a Cuba nel 1962), benchΘ le prime tendessero a prevalere. Con Breznev la politica di potenza e di espansione ideologica sovietica tocc≥
, comunque, il massimo. LÆURSS si dot≥ di armamenti competitivi rispetto a quelli americani e occidentali, appoggi≥ i movimenti antioccidentali in ogni parte del mondo (specialmente in Indocina e nei paesi arabi) e giunse nel 1979 a invadere lÆAfghanistα
n. Solo alla morte di Breznev nel 1982 si sarebbe aperto un processo davvero diverso.
